lunedì 19 giugno 2017

IL SACRO CUORE DI GESÙ - 1


LA GRANDE PROMESSA DEL SACRO CUORE DI GESÙ

I PRIMI NOVE VENERDÌ DEL MESE

Nella cittadina francese di Paray-le-Monial, Gesù apparve, dal 1671 al 1690, ad una giovane religiosa dell’Ordine della Visitazione, Margherita Maria Alacoque (1647-1690), che fu poi beatificata dal Sommo Pontefice beato Pio IX nel 1864 e canonizzata, a ben 230 anni dalla morte, dal Sommo Pontefice Benedetto XV, il 13 maggio 1920.

Le apparizioni di Gesù a questa santa furono trenta, di cui però solo tre contenenti un messaggio divino per il mondo e perciò chiamate “grandi apparizioni”.

Durante la prima, avvenuta il 27 dicembre 1673, giorno della festa di San Giovanni evangelista, Gesù fece posare a lungo il capo della religiosa sul suo petto. Poi le svelò i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore, che ella contemplò su un trono di fiamme, più luminoso del Sole, con la ferita aperta dalla lancia nel costato, circondato di spine e sormontato da una croce.

"Il mio Cuore divino" – le disse Gesù – "è così appassionato d’amore per gli uomini e per te in modo speciale che, non potendo più contenere in sé le fiamme della sua carità ardente, deve spargerle per tuo mezzo". 

In quella apparizione, Gesù le rivelò che la devozione al suo Cuore avrebbe strappato gli uomini dal dominio di Satana, dando loro le grazie necessarie per la salvezza.

La terza apparizione è la più celebre ed ebbe luogo nel 1675, durante l’ottava del Corpus Domini. Mentre suor Margherita Maria era in ginocchio davanti alla grata del coro, con gli occhi fissi sul tabernacolo, improvvisamente il Signore le apparve sull’altare e le presentò il suo Cuore dicendo: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla, fino ad esaurire e consumare se stesso per testimoniare il suo Amore. In cambio io ricevo, dalla maggior parte, solo ingratitudine per la loro irriverenza e sacrilegi, per la freddezza e il disprezzo che essi hanno per me nel Sacramento del mio Amore. E ciò che è più penoso per me è che essi sono cuori a me consacrati!".

Il Signore poi ordinò alla Chiesa di istituire una festa speciale in onore del suo Sacro Cuore. "Per questa ragione io ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini sia dedicato ad una festa speciale in onore del mio Cuore, con la Comunione in tale giorno e col fare riparazione per l’indegnità con cui è ricevuto. Ed io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per riversare abbondantemente le ricchezze del suo amore su quanti gli renderanno questo onore o procureranno che gli sia reso".

Rassicurata dal suo direttore spirituale, Padre Claudio de la Colombière, oggi anch'egli santo, sul carattere soprannaturale delle apparizioni, suor Maria Margherita Alacoque, il 21 giugno 1675, ottava del Corpus Domini, inginocchiata davanti al Tabernacolo, consacrò interamente se stessa al Sacro Cuore di Gesù e a questa Consacrazione si unì anche Padre Claudio, durante quella che può a ragione essere definita come la prima Festa del Sacro Cuore.

Purtroppo, però, la vita della santa non fu facile. Infatti, in un primo momento ella non fu creduta e venne perfino considerata un’esaltata dalle sue Superiore. Il suo stesso direttore spirituale fu trasferito. Così, suor Maria Margherita, senza aver cessato di ripetere che Cristo l’aveva incaricata di una missione e che il Cuore adorabile di Gesù doveva regnare sul mondo, morì il 17 settembre 1690 a quarantatré anni di età, senza aver potuto vedere il trionfo del culto al quale aveva consacrato l’intera sua vita.

Da allora però crebbe sempre più quel movimento devozionale che, con l’approvazione dei Sommi Pontefici Pio IX, Leone XIII, Pio XI, e Pio XII, è divenuto l’attuale culto liturgico del Sacro Cuore di Gesù, riconosciuto da Papa Paolo VI.

Secondo quanto era il desiderio di Nostro Signore, la Chiesa Cattolica celebra ogni anno la solennità del Sacro Cuore di Gesù nel venerdì successivo all’ottava del Corpus Domini.

Durante le apparizioni a santa Margherita Maria, Gesù fece le seguenti Promesse per tutti coloro che avessero onorato il suo Sacro Cuore:

1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato.

2. Metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie.

3. Li consolerò in tutte le loro pene.

4. Sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte.

5. Spanderò copiose benedizioni su ogni loro impresa.

6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della Misericordia.

7. Le anime tiepide si infervoreranno.

8. Le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione.

9. La mia benedizione si poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l’immagine del mio Sacro Cuore.

10. Ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti.

11. Le persone che zelano questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà mai cancellato.

12. Io prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale e non morranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti e il mio Cuore sarà per essi un asilo sicuro negli ultimi momenti.

Da questa dodicesima Promessa del Sacro Cuore è nata la pratica dei Primi Nove Venerdì del mese, approvata dalla Santa Sede. 

Tale Promessa è definita “grande” perché assicura davvero il massimo dei doni: la PERSEVERANZA FINALE, cioè la morte IN STATO DI GRAZIA e, quindi, LA SALVEZZA ETERNA DELL'ANIMA.

La Grande Promessa venne sottoposta ad un rigoroso esame da parte di numerosi teologi. Il loro giudizio fu così favorevole che il Sommo Pontefice Benedetto XV volle dare egli stesso la più bella ed autorevole testimonianza sull'autenticità di questa Promessa, riportandone testualmente le parole nella Bolla Apostolica con cui suor Margherita Maria Alacoque fu dichiarata santa.

Per la Grande Promessa del Sacro Cuore di Gesù si richiedono le seguenti condizioni:

1. Confessarsi entro gli otto giorni precedenti il 1° venerdì di ogni mese. E’ possibile confessarsi anche entro gli otto giorni seguenti, ma SOLO se non ci si deve accusare di uno o più peccati mortali.

2. Accostarsi alla S. Comunione per nove mesi consecutivi, ogni primo venerdì del mese, IN GRAZIA DI DIO, con spirito di amore e di riparazione per le ingratitudini, le freddezze e il disprezzo con cui l'umanità ripaga l’amore del Sacro Cuore di Gesù.

3. Le S. Comunioni devono essere fatte nei primi venerdì del mese, e NON in un altro giorno della settimana. Nemmeno il confessore può commutare il giorno, poiché la Chiesa non ha concesso a nessuno questa facoltà. Neppure gli ammalati possono essere dispensati dall'osservare questa condizione.

4. La pia pratica si può iniziare in qualsiasi mese dell’anno; la Confessione e la S. Comunione devono ripetersi per nove mesi consecutivi, SENZA INTERRUZIONE a causa di dimenticanza, malattia, ecc., altrimenti si deve ricominciare da capo.

ALCUNI DUBBI

1. Se, dopo aver terminato i nove Primi Venerdì con le debite disposizioni, si cadesse in peccato mortale, e poi si morisse all'improvviso, come ci si potrebbe salvare?

Gesù ha promesso, senza eccezione alcuna, la grazia della perseveranza finale a tutti coloro che avranno fatto bene la S. Comunione nel primo venerdì di ogni mese per nove mesi consecutivi; quindi si deve credere che, nell'eccesso della sua Misericordia, Gesù dia a quel peccatore moribondo la grazia di emettere un atto di contrizione perfetta prima di morire, grazia che gli otterrà la salvezza eterna dell’anima.

2. Chi facesse i nove Primi Venerdì con l’intenzione di proseguire poi più tranquillamente a peccare, potrebbe sperare nella Grande Promessa?

No di certo, anzi, chi facesse queste nove Comunioni per potersi poi abbandonare liberamente ad una vita di peccato dimostrerebbe di essere attaccato al male e le sue Comunioni sarebbero pertanto tutte sacrileghe. Non potrebbe, dunque, illudersi di potersi salvare negli ultimi istanti di vita, dopo aver perseverato volutamente nell'immoralità e nel vizio.

... Questa promessa ci assicura la vittoria più importante, la vittoria ultima e decisiva: quella negli ultimi istanti della nostra vita terrena, da cui dipende l’eternità.

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